Le Chiese

Chiesa Madonna del Rosario

Questa nuova chiesa è sorta sui ruderi della vecchia parrocchia che ebbe una storia tormentosa.
Da circa un secolo, il decrepito campanile, alto, isolato, leggero, e pericolante, sembrava che guardasse con occhio stanco i miseri avanzi del sacro recinto, da 74 anni andato completamente in rovina, e attendesse, impietrito dal dolore, la pietosa e vivificatrice mano dell’artefice.
La fede del popolo e il coraggio delle autorità civili e religiose non riuscirono a ricostruirla. Progetti e controprogetti si seguirono per lunghi anni, rimanendo tutti sulla carta per. mancanza di mezzi. Dopo una stasi così prolungata, finalmente venne l’uomo della Provvidenza. A don Pigozzi balenò l’idea di ricostruire la chiesa. Spinto da un fervoroso spirito di fede, dall’amore che nutriva verso i suoi compaesani, chiamò a raccolta le persone più importanti del suo paese natio e costituì un comitato. Si raccolsero generose offerte, frutto di sacrifìci e di rinuncie, e col ricavato si acquistarono ben 16 mila, conci di pietra non scalpellata. La distrutta chiesa aveva per patrona la Madonna del Rosario. La statua, scolpita in legno, rimase nella nicchia pericolante, fin dopo il crollo di una buona parte dei tetto e la rovina di alcuni muri perimetrali.
Il popolo, devoto e fedele, nel 1886, volle rimuovere la statua dalla nicchia e portarla processionalmente nella vicina chiesetta di San Giovanni che fin da allora, in attesa di migliori eventi, fu eretta a Chiesa parrocchiale. La statua non volle cedere al pio desiderio dei suoi devoti; rimase ferma come se fosse saldata e pesante come se fosse di bronzo massiccio. Ogni tentativo fu inutile, ogni sforzo fu vano. Un vecchio venerando, certo Angelo Porcheddu, Priore della Confraternita del SS. Rosario, noto per la sua pietà e per la sua viva fede, vedendo vani tanti tentativi, si fece ala in mezzo alla folla, salì sull’altare, si prestò sulla nuda mensa e a mani giunte, supplicò: O buona Madre, vieni tra le mie braccia ! Vieni, te ne prego, ti porto alla Chiesa di S. Giovanni e tutti insieme processionalmente ti riporteremo qui appena ricostruita la Chiesa.
A tale promessa la statua divenne leggera e con giubilo, la folla plaudente l’accompagnò alla provvisoria dimora.

Dopo alcuni anni (1961) di lavori costosi e difficili, continuati dal parroco Don Giuseppe Addis, con quell’attenta cura che chiedeva l’opera, la chiesa, finalmente, apparve in una festa di luci, di colori, di linee, di decorazioni, armoniosa e bella. Il lieto avvenimento portò fino al delirio l’entusiasmo dei fedeli.
La statua della Madonna del Rosario venne trasportata alla Chiesa restaurata di fresco, in forma solenne, tra le salmodie dei sacerdoti e i canti della folla esultante.
I fedeli di oggi si prostrano riverenti davanti a quella statua della Madonna del Rosario, su cui, più di una volta, i loro antenati, avevano fissato lo sguardo supplichevole, implorando misericordia e perdono.
Oggi un grande occhio bianco, nell’alto della nuova torre campanaria, sembra seguire tutti, ovunque, e frugare implacabile da ogni lato, come un tremendo giudice inquirente.

Chiesa di San Francesco

Giovanni Piscera, modesto e pio contadino, più di cento anni fa, stanco dai faticosi lavori di un’intera giornata, s’era quel giorno coricato presto. D’improvviso un bagliore di luce lo investe; si scuote, scruta e vede circonfuso da una luce viva la figura ieratica di un umile frate che indossava il saio francescano. Una voce tenera e melliflua aleggiò soave nel silenzio della notte fonda: « Giovanni, seguimi ». E Giovanni lo seguì.
Proseguirono per un breve tratto il viaggio e poi si fermarono su di un prato lussureggiante di verdura, trapuntato di fiori variopinti. Qui l’umile fraticello raccolse delle pietre e mano mano che le raccoglieva le metteva a breve distanza l’una dall’altra, circonscrivendo un’area rettangolare. Appena tratteggiato il disegno arguì: «Io sono Francesco d’Assisi. Qui, secondo il tracciato, eriggerai una Chiesa in mio onore ».San Francesco
— Ma io son povero, non posso e non ho mezzi, rispose Giovanni. Prega, divulga il fatto, chiedi ed otterrai — soggiunse il Santo, e 
così dicendo scomparve.
In un primo tempo apparsero dei dubbi, delle perplessità, accompagnate da diffidenza e mancanza di persuasione, ma poi, ricchi e poveri, con generose oblazioni e con la prestazione della mano d’opera gratuitamente prestata, videro felicemente realizzato il loro sogno ch’era l’espressa volontà di San Francesco d’Assisi.
La Chiesetta tutta pervasa di un senso pio e spirituale, invita alla preghiera. Tutti gli anni vi si celebra la festa popolare con grande solennità religiosa e civile.

Le altre Chiese

Chiesa di Sant’Antonio. Questa Chiesa è relativamente recente, fu edificata infatti nel 1931. Pare che per la sua costruzione venne utilizzato il materiale recuperato dallo smantellamento della precedente Chiesa parrochiale demolita nel 1928.


Chiesa di San Giovanni. Questa chiesa venne edificata certamente prima del 1830. San Giovanni è importante per il paese perchè esso ha ospitato per circa settant’anni la statuetta in legno della Madonna del Rosario, che ha la sua dimora nella Chiesa parrochiale del paese, Sant’Agostino. Dal 1880 al 1961, anno della restaurazione di Sant’Agostino, la statua è stata conservata qui, e ad essa hanno rivolto le loro preghiere gli alaesi devoti


SANTA MARIA (Fraz. di Mazzinaiu)                    

SAN GIUSEPPE (Fraz. di Badde Suelzu)           

SAN GIOVANNI (Fraz. di Sos Sonorcolos)